L’idea di attingere al Mes per il nuovo ospedale di Latina che, ricordo, gode già di un cospicuo finanziamento oltre alla precisa localizzazione dell’area in virtù di un percorso intrapreso da anni dalla Regione Lazio, va sostenuta da tutte le istituzioni locali. Come va sostenuta, in termini generali, l’opportunità di attingere al Mes da parte del Governo, poichè non vi ancora unanimità sul tema.
Le risorse del fondo salva stati potranno rendere il progetto del nuovo ospedale di Latina ancor più robusto e rispondente alle esigenze del futuro, a quelle di un tessuto sociale ed economico che ne riceverebbe importanti benefici. Ma per rendere il nuovo Dea di secondo livello il fulcro di una nuova offerta sanitaria e uno degli assi portanti dello sviluppo provinciale, occorrerà affiancarlo al policlinico universitario. L’università sarà la cerniera ideale per connettere il mondo dell’impresa farmaceutica e la ricerca, e, grazie alla presenza di un forte comparto agricolo, trasformare il territorio in polo della salute che studi nuovi prodotti in ambito life science e farmafood.
Il Mes può dare impulso a questo ambizioso progetto, facendo leva sulle eccellenze già presenti sul territorio.

Credo che i prossimi anni dovranno essere caratterizzati da una progettualità europea di altissimo livello. Il riparto di risorse destinato al Lazio per il periodo ’21-’27, pari a sei miliardi, può integrarsi con il Mes, sia per gli interventi sanitari come il nuovo Goretti, sia per altri tipi di finalità: green deal, grandi opere, infrastrutture digitali e sociali, ricerca.
Questo treno, determinato dalle esigenze di ripresa del post Covid, va preso con determinazione e altissima capacità di progettualità e visione. Per questo serve una politica in grado di superare gli steccati e mettersi a servizio delle comunità.